Un aiuto per il trattamento dei disturbi psichiatrici

L’approccio farmacologico ai disturbi psichiatrici è complesso e, sovente, insoddisfacente. Depressione, schizofrenia e disturbi dello spettro autistico (ASD) non rispondono sempre al trattamento, portando all’insuccesso terapeutico e gravati da pesanti effetti collaterali.

Le patologie psichiatriche risentono anche dell’incertezza riguardo le loro cause, ai meccanismi di sviluppo e processi che sono ancora grandemente incompresi, dell’impossibilità di intervenire in modo mirato sul loro esordio e prevenzione.

Un fattore comune però ai soggetti che soffrono di queste condizioni è una maggiore espressione di fattori dell’infiammazione e dello stress ossidativo. Esistono anche problemi di degenerazione di neuroni e di minore capacità di questi di stabilire contatti tra loro.

Queste osservazioni hanno suggerito la possibilità di intervenire attraverso l’integrazione alimentare di specie dall’alto potere antiossidante, antinfiammatorio e che promuovono i naturali processi metabolici.

La ricerca si è quindi indirizzata verso gli studi, prima sugli animali e poi clinici, dell’uso del sulforafano nei disturbi psichiatrici.

Il sulforafano, la molecole dalle molte virtù

Il sulforafano è una molecola dalle straordinarie potenzialità contro tumori, malattie del metabolismo, patologie cardiovascolari e dell’invecchiamento. Non si trova come tale in natura ma si forma dal suo precursore glucorafanina di cui sono ricche le piante della famiglia delle crucifere e in particolare i germogli di broccolo.

Il sulforafano aggiunto come integratore alla dieta raggiunge il picco ematico in 3 ore ed è distribuito anche a livello cerebrale, superando la Barriera Emato-Encefalica. Questa sua capacità lo può rendere utile come neuroprotettore, inibendo lo stress ossidativo, la neuroinfiammazione e la morte neuronale.

Lo studio post mortem di persone che erano afflitte da disturbi mentali ha infatti evidenziato carenza nell’espressione di proteine e fattori con azione antinfiammatoria e antiossidante. Quelle stesse proteine sono invece aumentate dal sulforafano che promuove l’espressione di fattori antinfiammatori e la sintesi di enzimi attivi contro i radicali liberi. Il sulforafano è quindi stato testato con risultati incoraggianti nell’ASD. I bambini e giovani adulti osservati durante la ricerca miglioravano infatti la loro interazione sociale, la verbalizzazione e i comportamenti non tipici rispetto al gruppo placebo. Questo ha portato molte famiglie a continuare l’integrazione con sulforafano anche dopo la fine degli studi e per mantenere degli effetti che venivano persi interrompendo l’integrazione. Il sulforafano agirebbe in questo caso anche interrompendo i processi di morte cellulare, proteggendo l’attività di strutture subcellulari come i mitocondri, operando una neuroprotezione.

Il sulforafano contro la neuroinfiammazione e i processi ossidativi

La sperimentazione clinica con sulforafano ha interessato anche pazienti che non rispondevano adeguatamente agli antidepressivi e che soffrivano di schizofrenia. Nel primo caso il sulforafano agisce aumentando l’espressione e la risposta di fattori neurotrofici; nel caso dei pazienti schizofrenici i risultati sono stati meno costanti, in linea con la complessità di una patologia che può presentarsi in varie forme per gravità e sintomi.

L’integrazione con sulforafano ha però permesso di migliorare le prestazioni cognitive. Inoltre, poiché c’è un riscontro fra l’insorgenza della patologia e la neuroinfiammazione, l’uso del sulforafano può essere d’aiuto nel ridurre il tasso di conversione della psicosi, considerando poi la sicurezza della molecola rispetto ai farmaci ora in uso.

 L’integrazione del sulforafano non si può però fare semplicemente mangiando più verdure della famiglia dei cavoli. Come già detto, il sulforafano si forma dal suo precursore e la formazione è impedita dopo aver cucinato i cibi ed è, inoltre, dipendente dalla salute della flora intestinale. Un’ottima soluzione è l’integrazione con nutraceutici come Actisulf che, grazie al processo di estrazione brevettato, contiene glucorafanina e l’enzima che serve per attivarla nello stesso rapporto in cui si trovano in natura. Le compresse masticabili fanno sì che il sulforafano si formi direttamente nel cavo orale e sia assorbito prontamente dalla mucosa buccale da dove è veicolato nel circolo, compreso quello cerebrale, senza subire processi di metabolismo o di degradazione nello stomaco.

Riferimenti:

Biological mechanisms and clinical efficacy of sulforaphane for mental disorders

Wensi Zheng, Xiaolong Li, Tianhong Zhang, Jijun Wang

Gen Psychiatr. 2022; 35(2): e100700.

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