Il prof. Fulvio Mattivi è docente a tempo pieno all’Università di Trento. La sua principale attività di ricerca ha riguardato la chimica degli alimenti, indagando le diverse classi di polifenoli dal punto di vista analitico, tecnologico e nutrizionale. E’ autore di 332 pubblicazioni scientifiche.
Recentemente intervistato da Italian Berry approfondisce il ruolo del resveratrolo glucoside nel contrastare le infezioni virali come quelle da Covid-19, fornendo il suo autorevole contributo al dibattito scientifico stimolato dall’articolo di Nature Drug Discovery di cui abbiamo ampiamente parlato qui.
Prof. Mattivi, cos’è il resveratrolo e come può essere utile in questi tempo di Covid-19?
Anche recentemente, in uno studio pubblicato nel febbraio 2020, il resveratrolo viene citata tra le molecole di interesse terapeutico. Altre ricerche hanno dimostrato il resveratrolo essere un potente antivirale contro la MERS-CoV negli esperimenti “in vitro”.
Sono efficaci gli integratori che contengono resveratrolo?
Anche i preparati proposti come integratori a base di polifenoli ottenuti ad esempio dalla vinaccia possono contenere resveratrolo, ma sempre in quantità limitata dal contenuto presente nella bacca.
Come si può rendere più disponibile il resveratrolo per il corpo umano?
Il resveratrolo è poco solubile e di difficile assorbimento. Una alternativa naturale è il glucoside del resveratrolo (polidatina) che ne rappresenta una versione più solubile e di più semplice somministrazione.
Sia il resveratrolo che la polidatina possono essere facilmente estratti e purificati con grado alimentare, a partire da una grande pianta erbacea perenne disponibile in abbondanza, che ne è naturalmente ricca, il Polygonum Cuspidatum.
La polidatina può essere utile per combattere il Covid-19?
Anche la polidatina è stata studiata tra gli inibitori della replicazione del virus dell’influenza ed è farmacologicamente più promettente data la sua buona biodisponibilità.
L’ EGFR (Epidermal Growth Factor Receptor) in particolare è considerato strategico per l’infezione da virus influenzali (dimostrato su influenza A) e la polidatina si lega all’EGFR e può impedire il legame con il virus; la polidatina è un inibitore della tirosin-chinasi con dati clinici confermati nelle complicanze dermatologiche da farmaci biologici usati in oncologia.
I dati clinici in pazienti oncologici dimostrano che con un preparato orosolubile, da tempo in commercio in Italia, si ha un’ottima diffusione a livello polmonare e cerebrale della molecola che ha un effetto apoptotico sulle cellule tumorali e probabilmente, come suggerito nel lavoro su PLOS ONE, potrebbe inibire la replicazione del virus.
Verosimilmente quindi, la polidatina potrebbe essere un presidio preventivo per persone professionalmente esposte a rischio di contagio, ed inoltre è ritenuto sicuro, essendo già stato testato lungamente su pazienti oncologici.