Fra i superfood che attirano maggiormente l’attenzione, i frutti dell’acerola, arbusto sempreverde tropicale del genere Malpighia, si sono distinti per l’altissimo contenuto di vitamina C.
I frutti di acerola contengono infatti da cinquanta a cento volte più acido ascorbico di arancia e limone. La vitamina C assunta dai frutti ha poi la caratteristica di essere più biodisponibile rispetto alla vitamina C di sintesi, grazie all’azione combinata di altri componenti del fitocomplesso che facilitano il suo assorbimento.
Il contenuto in acido ascorbico, essenziale per la biosintesi del collagene, per l’integrità degli epiteli e per un ottimale funzionamento del sistema immunitario, varia da 1000 a 4500 mg/100 g di frutto fresco, e tre frutti basterebbero per soddisfare la dose giornaliera raccomandata (RDA) di vitamina C che esercita potenti effetti antiossidanti accompagnati, nell’acerola, dall’azione antiossidante di fenoli e carotenoidi.
Il frutto di acerola non è però molto appetibile a causa del suo sapore aspro mentre si rendono disponibili le sue proprietà benefiche attraverso la trasformazione in succhi, gelatine e attraverso gli integratori alimentari specificamente formulati per garantire un elevato tenore di fitochimici.
Ma oltre al contenuto di vitamina C, che è massimo nel frutto immaturo, i piccoli frutti rossi di acerola contengono un elevato tenore in carotenoidi, fenoli, flavonoidi e antociani dalle numerose proprietà biofunzionali. Sono infatti presenti micro e macronutrienti che ne permettono un uso mirato soprattutto nelle diete ipocaloriche.
L’acerola contiene infatti piccole quantità di glucosio, fruttosio e saccarosio a fronte del contenuto in acidi organici, acido malico principalmente, calcio, magnesio, potassio. Contiene anche provitamina A, vitamine B1 e B2, niacina, aminoacidi, principalmente asparagina, alanina, prolina, acido aspartico, serina e acido-amino butirrico. Ricco anche il contenuto in catechine.
I principali fenoli presenti nell’acerola sono sotto forma di acidi fenolici, flavonoidi e antociani mentre sono quattro i principali carotenoidi identificati: β-carotene, luteina, criptoxantina e α-carotene.
Grazie all’alto tenore di antiossidanti, l’integrazione con acerola potrebbe rispondere all’esigenza di contrastare lo stress ossidativo.
L’azione dell’acerola non è però limitata alla capacità antiossidante. Diversi progetti di ricerca stanno infatti testando le proprietà del fitocomplesso anche nella sindrome metabolica, nella proliferazione cellulare e come batteriostatico.
L’acerola è infatti studiata per le sue capacità epatoprotettive, ipoglicemizzanti, ipolipemizzanti ma anche nel suo uso cosmetico come schiarente per le macchie cutanee.
I fitochimici di acerola sono indicati come inibitori enzimatici di α-amilasi, α-glucosidasi, lipasi e tripsina. Sperimentalmente è stata rilevata la capacità dell’estratto di acerola di inibire la perossidazione lipidica e l’ossidazione dl LDL, lipoproteine a bassa densità, e quindi la possibile utilità nel prevenire l’aterosclerosi. Importante è anche la diminuzione della tossicità in condizioni obesogeniche riprodotte nei topi, con inversione del danno prodotto a fegato, reni e midollo osseo. Inoltre, la frazione fenolica dell’acerola ha soppresso il trasporto intestinale del glucosio, dimostrandosi utile nel controllo della glicemia.
Sempre in esperimenti in vitro è stata testata la capacità dell’acerola di prevenire la genotossicità e il danno al DNA indotto dal perossido di idrogeno, mentre l’espressione degli enzimi antiossidanti è stata aumentata.
Anche l’attività antitumorale dell’estratto del frutto di acerola è stata testata in linee cellulari tumorali, come il carcinoma a cellule squamose orali umane e il carcinoma della ghiandola sottomandibolare umana, rilevandone l’efficacia.
La funzione cosmetica di schiarente delle macchie cutanee si esercita sia attraverso l’assunzione con la dieta che per uso topico ed è legata alla diminuzione dell’espressione degli enzimi dopacromo tautomerasi e tirosinasi, coinvolti nella produzione di melanina.
Non ultima è la ricerca condotta sull’estratto come antimicrobico. Gli studi in corso si stanno concentrando infatti sulle possibili proprietà batteriostatiche, in particolare su specie batteriche che mostrano resistenza ai singoli antibiotici.
L’interesse dell’acerola da parte dell’industri farmaceutica è crescente, anche grazie alla possibilità di sfruttare altre sostanze di cui la pianta è ricca come le pectine e gli oli dai semi, che sarebbero utili anche come eccipienti.
Le varietà di Malpighia mostrano poi una diversa resa in principi attivi a seconda delle temperature e della piovosità degli habitat. Attualmente la sua coltivazione si sta espandendo e particolare attenzione è rivolta alla possibile coltivazione in zone depresse dell’India, dove il frutto potrebbe rivelarsi utile anche nel sostenere l’economia locale.
FONTI:
- Prakash, A., Baskaran, R. Acerola, an untapped functional superfruit: a review on latest frontiers. J Food Sci Technol 55, 3373–3384 (2018).
- Tarun Belwal, Hari Prasad Devkota, et al. Phytopharmacology of Acerola (Malpighia spp.) and its potential as functional food, Trends in Food Science & Technology, Volume 74, 2018