Il fungo Maitake (Grifola frondosa) fa parte da secoli della medicina tradizionale cinese e giapponese. Distribuito principalmente nelle regioni temperate settentrionali del Giappone, nei paesi europei e negli stati nordorientali dell’America, si può trovare anche ad alte quote nelle regioni subtropicali con clima temperato. Le proprietà attribuitegli hanno trovato riscontro nella ricerca sulla sua frazione polisaccaridica e sul suo contenuto di vitamine e minerali. Dagli anni ’80 dello scorso secolo è iniziata infatti l’indagine sulle sue componenti e sui meccanismi d’azione che ne potessero giustificare la fama. Gli studi in vitro e in vivo nell’animale hanno permesso quindi di indagarne la funzione antitumorale, antidiabetica, epatoprotettiva, immunomodulante e antiossidante.
In una review pubblicata sull’ International Journal of Biological Macromolecules i dati disponibili sono stati rivisti per fare chiarezza sulla possibile applicazione del Maitake in terapia e nell’integrazione nutrizionale, grazie anche al basso livello di lipidi e al basso contenuto calorico.
Lo studio del fungo ha permesso di evidenziare la presenza di almeno quarantasette frazioni polisaccaridiche, il cui contenuto varia con il variare delle condizioni di crescita dell’organismo e il cui tenore nei preparati è condizionato dal metodo estrattivo.
La capacità del Maitake di agire come antitumorale è indiretta; Maitake ha infatti attività di immunomodulatore, proapoptotico, inibitore dell’angiogenesi che permettono una maggiore suscettibilità delle cellule cancerogene al controllo da parte del sistema immunitario e limita l’invasività e la metastasi.
I β – D- glucani a maggior peso molecolare aiutano infatti l’ospite a sopportare stress biologici avversi; attraverso all’attivazione dei macrofagi e delle cellule T, svolgono un ruolo importante nell’immunoresistenza ai tumori.
Con l’aumento dell’attività delle IL-1 e IL-12, i polisaccaridi di Grifola frondosa aumentano la citotossicità delle cellule natural killer (NK), stimolano inoltre la produzione di IFN-γ e IL-2, promuovono l’infiltrazione di cellule T CD4 + e CD8 + nei siti tumorali.
La funzione proapoptotica che permette il controllo delle popolazioni cellulari in crescita è svolta attraverso la promozione dell’espressione del fattore Bax e l’inibizione dei fattori antiapoptotici Bcl-2 e caspasi.
L’azione di regolazione dell’angiogenesi si attua attraverso sistemi diretti sulle cellule epiteliali, delle quali è inibita la proliferazione. La metastasi tumorale è ostacolata sia attraverso l’attivazione delle cellule NK ma anche sopprimendo l’espressione della molecola di adesione intercellulare (ICAM) che impedisce l’adesione delle cellule tumorali all’endotelio vascolare.
Poiché Maitake può migliorare direttamente la proliferazione e la differenziazione delle cellule del midollo osseo, svolge un’azione protettiva sulla soppressione svolta dalla terapia antitumorale con doxorubicina.
I polisaccaridi di G. frondosa si dimostrano così particolarmente preziosi come trattamento lieve e non invasivo nella prevenzione dei tumori metastatici e come co-trattamento con chemioterapia e radioterapia nella terapia oncologica integrata.
Un’efficace fonte di β – D- glucani da funghi usati nella medicina tradizionale associati ad altri attivi che ne potenziano l’azione si ritrova nel MicoDefense Immunity Plus, l’integratore Sherman Tree che veicola, attraverso un’unica formulazione innovativa, principi attivi che possono offrire una maggiore stimolazione dell’immunità sia cellulare che umorale.
La capacità invece del Maitake di regolare la concentrazione di glucosio plasmatico, e quindi essere utile anche nel diabete di tipo 2, non sembra essere solo legata a una azione diretta dei principi attivi contenuti nel fungo, ma anche all’azione che esso ha sul microbiota intestinale.
Grifola frondosa svolge la sua attività antidiabetica grazie all’inibizione dell’α-glucosidasi, enzima che serve a scindere il maltosio, migliora inoltre la sensibilità all’insulina e diminuisce l’insulino-resistenza nei tessuti periferici. Sperimentalmente si è evidenziato che i polisaccaridi di Maitake aumentano il metabolismo del glucosio e stimolano la sintesi del glicogeno intracellulare.
Una ricerca di recente pubblicazione condotta sull’animale ha poi evidenziato che nel topo con diabete di tipo 2 il miglioramento della patologia si è avuto grazie a un’azione diretta sul microbioma intestinale. È ormai noto che il microbiota può avere un ruolo nella sindrome metabolica e nel diabete di tipo 2.
La supplementazione con glucani del Maitake permette di aumentare l’espressione della flora batterica “buona”, in particolare i Bacteroides. L’azione così svolta può efficacemente contrastare i fenomeni infiammatori, l’aumento della popolazione batterica patogena e la distruzione della funziona di barriera intestinale indotta dal diabete, lasciando aperta la strada per studi mirati sui vantaggi dell’integrazione con nutraceutici contenenti Grifola frondosa e combinazioni con altri funghi e fitochimici.