La ricerca di farmaci efficaci nel contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 prende in considerazione anche i fitochimici testati nella loro capacità non solo di aumentare la risposta dell’organismo all’infezione, ma nel prevenirla così come era stato già indicato in un articolo pubblicato a giugno del 2020 a firma Lo Muzio, Bizzoca e Ravagnan.
Grazie alla conoscenza delle strutture coinvolte nell’infezione è infatti possibile, con un modello interattivo in silico, teorizzare una possibile efficacia di alcuni principi attivi dalla comprovata proprietà nell’interferire nel legame fra la proteina virale e il suo recettore cellulare.
Come altri coronavirus conosciuti, anche SARS-CoV-2 entra nelle cellule dell’ospite grazie alla proteina Spike di superficie che conferisce al virus il tipico aspetto al quale deve il suo nome. La proteina Spike di SARS-CoV-2 sfrutta il suo legame con l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE2) presente sulle cellule epiteliali per entrare nell’ospite e avviare la propria replicazione.
Farmaci capaci di legarsi alla proteina Spike o al suo recettore potrebbero quindi fungere da impedimento al legame del virus alla cellula grazie all’ingombro sterico costituito, ma anche promuovendo forme allosteriche del recettore che sarebbe così non adatto al legame con la Spike. Trovare delle molecole che possano rendere meno efficace il legame tra proteina virale e recettore cellulare permetterebbe quindi di agire contro il virus senza interferire con le attività fisiologiche svolte da ACE2.
Fra gli attivi di origine vegetale, una recente ricerca tutta italiana appena pubblicata ha considerato la potenzialità di Polidatina – il glucoside naturale e precursore idrosolubile e biodisponibile del Resveratrolo – e Resveratrolo proprio nel prevenire l’interazione Spike-ACE2 e presumibilmente l’infezione.
Attraverso simulazione del legame alla proteina Spike e all’ACE2 dei due principi attivi di Polygonum cuspidatum – ma che si ritrovano in più di settanta piante, molte delle quali sono comuni alimenti – è stata constatata, in particolare, la buona affinità della Polidatina per i bersagli molecolari.
La simulazione ha permesso di evidenziare infatti le strutture proteiche più adatte a formare siti per ospitare le molecole vegetali in esame, caratterizzando le tasche in cui potrebbero alloggiare e teorizzando il tipo di interazioni tra le due molecole stilbeniche e i residui amminoacidici delle due proteine.
È stato infatti simulato l’attacco di Polidatina e Resveratrolo al recettore ACE2, analizzando porzioni della proteina lontane dal sito correlato alla sua funzione fisiologica. La Polidatina sarebbe capace di formare dei legami con più amminoacidi della tasca ospitante grazie alle sue due porzioni: idrofila e idrofobica.
Attraverso la simulazione è stata poi ipotizzata per Polidatina e Resveratrolo la possibilità delle molecole di intercalarsi tra le due proteine indebolendo il legame tra Spike e ACE2 e interferendo direttamente o allostericamente nella formazione dei legami elettrostatici.
Per corroborare i riscontri delle prove in silico, sono stati eseguiti dei saggi biochimici preliminari sulle due molecole, per stabilire se possano interferire con il legame Spike-ACE2. Anche in questo caso i saggi, con i limiti imposti dall’essere degli studi preliminari, hanno confermato una capacità particolare della Polidatina di stabilire interazioni vantaggiose su Spike, su ACE2, sia sul legame Spike-ACE2.
Nel riassumere la capacità della Polidatina nel contrastare l’accesso del virus è stata efficacemente coniata dai ricercatori la definizione di maschera biologica, facendo così riferimento alla sua azione nell’impedire la penetrazione del virus nelle cellule, così come le mascherine che abbiamo imparato a conoscere nei mesi di pandemia impediscono al virus di avere libero accesso alle vie respiratorie.
Gli studi preliminari sono in fase di ulteriore approfondimento con ulteriori indagini ma comunque forniscono una base per continuare a ricercare sistemi di contrasto all’infezione e lo sviluppo di terapie antinfiammatorie con elevato grado di sicurezza e tollerabilità, in linea con quanto preconizzato con la pubblicazione del 2020 che annoverava la Polidatina come una delle molecole principali della Medicina Tradizionale Cinese ampiamente già utilizzata in Italia nelle Terapie Integrate in Oncologia(TOI).
Il graphical abstract qui riportato, che accompagna la pubblicazione, sintetizza in maniera evidente il ruolo di queste molecole naturali e la performance attesa della Polidatina nella possibile prevenzione dall’infezione.

Il graphical abstract è stato anche presentato durante la diretta facebook ARTOI (Associazione per la ricerca di terapie oncologiche integrate) con i professori Bonucci e Ravagnan, e che si è soffermata sui vantaggi che la terapia integrata può avere nell’affrontare contagio e malattia da SARA-CoV-2 nei pazienti oncologici.