L’astragalo per il mantenimento dello stato di salute e nei trattamenti integrati

L’Astragalus membranaceus ha un largo uso nella medicina tradizionale cinese, risultando fra le cinquanta piante più usate, e sempre più ricerche evidenziano le attività di quest’erba nel migliorare condizioni infiammatorie e la funzionalità del sistema immunitario. Una review apparsa sul Journal of Functional Foods ha analizzato le ricerche sulla pianta della famiglia delle Fabaceae riassumendone le potenzialità nel trattamento di varie condizioni patologiche.

Con la sua attività antiossidante e di modulazione del sistema immunitario, Astragalus membranaceus si presta ad essere incluso in formulazioni orali, da solo o in associazione ad altri fitoterapici, per mantenere lo stato di salute generale o ridurre gli effetti avversi di terapie convenzionali.

I principi attivi contenuti nella radice della pianta sono infatti in studio in condizioni complesse come le patologie neurodegenerative, il diabete e per affrontare nausea e perdita di appetito causate dal trattamento con chemioterapici.

Nelle malattie neurodegenerative, il suo contributo sembra essere legato alla capacità antinfiammatoria. Malattie come il morbo di Alzheimere il morbo di Parkinson sono caratterizzate da processi infiammatori conseguenti alle formazioni che provocano la degenerazione dei neuroni.

L’astragaloside IV, principio attivo dell’astragalo, aiuta a proteggere i neuroni dopaminergici che sono perduti nel morbo di Parkinson e mantiene la sintesi della dopamina aumentando gli enzimi tirosina idrossilasi e ossido nitrico sintasi (NOS). Nel morbo di Alzheimer può ridurre la degenerazione neuronale causata dal peptide amiloide (Aβ) mediante la diminuzione delle specie reattive dell’ossigeno intracellulare (ROS), prevenendo la disfunzione mitocondriale e inibendo l’espressione dei fattori pro-apoptotici, che causano la morte cellulare programmata, Bax e la caspasi-3 mentre aumenta l’espressione del fattore anti-apoptotico Bcl-2.

La componente polisaccaridica contenuta nella radice aiuta anche a ridurre lo stress metabolico e l’infiammazione della corteccia cerebrale grazie alla diminuzione delle citochine pro-infiammatorie (IL-1β, IL-6 e TNF-α) e l’aumento delle specie che riducono i danni ossidativi come la glutatione perossidasi e della superossido dismutasi (SOD).

Le potenzialità dei polisaccaridi si potrebbero estendere anche al deterioramento cognitivo dovuto al diabete, come è stato dimostrato sul ratto.

Proprio i polisaccaridi, costituiti principalmente da glucosio, ramnosio, galattosio, arabinosio, xilosio, mannosio, acido glucuronico e acido galatturonico hanno azione positiva nella regolazione dei lipidi circolanti e nel metabolismo del glucosio, risultando utili nel trattamento del diabete. Sembrano infatti aumentare l’espressione dei trasportatori del glucosio GLUT4, intervenire nei meccanismi che causano la resistenza all’insulina, migliorare la sintesi del glicogeno epatico e migliorare il metabolismo lipidico. Grazie a queste azioni congiunte, Astragalus membranaceus  abbassa i livelli di glucosio e migliora la funzionalità dell’insulina. Nei soggetti diabetici, astragalo riduce anche le disfunzioni endoteliali, causa di effetti secondari soprattutto sui microvasi.

La radice viene anche indicata come un adattogeno, capace quindi di aiutare a mantenere l’equilibrio dell’organismo in condizioni di stress. Questo effetto è sempre legato alle sue proprietà antiossidanti ma anche all’azione sul sistema immunitario. È infatti coinvolta nella modulazione della produzione di fattori infiammatori e della loro espressione genica; aiuta nell’espressione delle molecole coinvolte nell’immunità innata e stimola l’attività dei macrofagi.

Grazie all’azione vasodilatatrice, di riduzione dei lipidi plasmatici, la protezione delle cellule endoteliali, Astragalus membranaceus può svolgere anche attività cardioprotettive.

Negli studi del fitocomplesso associato a farmaci antitumorali, astragalo ha diminuito la nausea, la perdita di appetito e il vomito nella terapia con cisplatino; i ricercatori hanno potuto associare la riduzione degli effetti avversi causati dalla chemioterapia al miglioramento della salute generale.

Negli studi in vitro e su animale, Astragalus sembra mostrare attività anti-carcinogenesi nel cancro gastrico, cancro del colon, cancro del polmone, cancro al fegato, cancro al seno. L’effetto sarebbe dovuto al meccanismo di azione sul sistema immunitario, con diminuzione dell’espressione dei fattori di crescita e prevenendo l’infiammazione.

Le potenzialità proprio nella terapia tumorale aprono molte possibilità per allestire ricerche che permettano di approfondire i meccanismi di Astragalus membranaceus, focalizzandosi anche sugli effetti antiproliferativi delle cellule tumorali e sulla combinazione con altri derivati vegetali dall’effetto sinergico.

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