Il meccanismo d’azione del Sulforafano spiega la versatilità d’uso della molecola naturale

Germogli di broccolo

L’interesse crescente nei confronti del Sulforafano – molecola che si forma dal precursone presente nei vegetali glucorafanina grazie all’enzima mirosinasi e all’attività della flora batterica intestinale – e dei suoi possibili usi terapeutici è dimostrato dall’aumento del numero di articoli scientifici dedicati negli ultimi quindici anni. Solo nel 2020, sono stati circa 250 gli articoli pubblicati e una recente review è apparsa sulle pagine di “Molecules” per esaminare i risultati ottenuti, in vitro e in vivo, dall’uso del fitochimico di cui sono ricchi i germogli di broccolo.

Attraverso l’analisi sono state prese in considerazione le risposte più promettenti e i possibili meccanismi d’azione a sostegno dei risultati.

Il Sulforafano è stato indicato infatti come molecola dal grande potenziale antitumorale, capace di migliorare gli stati ipertensivi, attivo come antivirale e antibatterico, capace di proteggere, ad esempio, dall’ulcera gastrica. Più recenti indagini cercano di comprendere il suo ruolo nel trattamento della schizofrenia, una possibile implicazione con il miglioramento dei sintomi dei disordini dello spettro autistico, il potenziale uso nelle malattie neurodegenerative, in particolare nella malattia di Alzheimer, nel morbo di Parkinson e nella Sclerosi Multipla.

I meccanismi alla base di questa molteplicità di effetti risiedono nelle azioni antiossidante e detossificante. Il Sulforafano attiva il fattore nucleare di trascrizione Nrf2 (NUCLEAR ERYTHROID FACTOR 2-RELETED FACTOR 2) strettamente legato all’espressione di una varietà di enzimi citoprotettivi antiossidanti e della Fase II di detossificazione. L’interesse scientifico verso la molecola è rafforzato dalla sua biodisponibilità che è superiore rispetto ad altri derivati vegetali a comprovata attività antiossidante come la quercetina e la curcumina. Sempre maggiore importanza si dà poi alle sue azioni modulanti sul sistema immunitario che potrebbero renderlo un utile alleato nel trattamento delle patologie autoimmuni.

L’effetto del Sulforafano sui sistemi varia con il tipo di cellula. Nei linfociti T prevale la prevenzione dell’attività, mostrando quindi il possibile uso nell’eccessiva stimolazione del sistema immunitario. Nei monociti e nei macrofagi, il Sulforafano inibisce le citochine proinfiammatorie e attiva gli enzimi antiossidanti, con conseguente effetto antinfiammatorio.

L’effetto antitumorale non ha ancora una spiegazione chiara, ma può essere legato a un’azione antiossidante nelle cellule tumorali. Questo fitochimico agisce nelle diverse fasi del cancro, dallo sviluppo alla progressione, può innescare l’apoptosi, ridurre l’angiogenesi e le metastasi. Modulando l’omeostasi redox cellulare e stimolando il sistema immunitario, il Sulforafano può fungere da chemioprotettivo, mentre la citotossicità delle cellule NK migliora la funzione immunologica.

La molecola sembra poi in grado di agire sull’acetilazione delle proteine riparatrici del DNA delle cellule cancerose inibendone l’attività, e avviandole quindi alla morte programmata, ma anche di arrestare il ciclo cellulare mediante la soppressione dell’inibitore dell’istone deacetilasi e della trascrittasi inversa della telomerasi. 

L’attività sulle patologie neurodegenerative si può far risalire a una riduzione delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) che causano degradazione della mielina e l’accumulo di molecole tossiche neuronali. Il Sulforafano con la sua azione antiossidante e antiinfiammatoria agirebbe così come neuro protettore.

Le azioni antivirale e antibatterica sono state legate alla modulazione della difesa cellulo-mediata del sistema immunitario e particolare attenzione è stata riservata alla capacità del Sulforafano di intervenire nell’ulcera gastrica indotta da Helicobacter pylori. Il Sulforafano agisce infatti attivando Nrf2 e regolando negativamente NF-κB, aumentando la protezione endogena al batterio, ma ne ha anche ridotto la vitalità.

Appare evidente che il Sulforafano potrebbe essere usato sia come nutraceutico per migliorare lo stato di salute generale che come integrazione ai farmaci nel trattamento di condizioni patologiche, in modo da diminuire il costo delle terapie e gli effetti collaterali. L’approfondimento e i risultati degli studi in corso permetteranno di rendere ancora più chiaro il quadro delle potenzialità della molecola vegetale.

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