I polifenoli del tè verde in associazione alla terapia farmacologica contro virus e batteri

Il pericolo dei virus a cui il nostro organismo non è preparato si è manifestato in modo nefasto con la diffusione della Covid-19.

Mentre continua la campagna vaccinale, non è ancora disponibile un trattamento farmacologico mirato in grado di trattare efficacemente l’infezione. Per questa ragione, gli studi si stanno concentrando anche sulle molecole vegetali che hanno dimostrato attività antivirale e che potrebbero offrire una base per lo sviluppo di nuovi trattamenti.

Non solo i virus rappresentano un’emergenza. La crescente resistenza agli antibiotici da parte dei batteri si configura come un pericolo concreto che potrebbe rappresentare la prossima crisi sanitaria, con la diffusione di specie contro le quali non abbiamo difesa.

Ai polifenoli del tè verde, e in particolare l’Epigallocatechina gallato (EGCG), è riconosciuta l’efficacia in vitro e in vivo sia come antivirali che come antibatterici, oltre alle loro proprietà antiossidanti e antitumorali.

Una review comparsa lo scorso maggio sulle pagine di Phytomedicine ha raccolto i dati relativi all’efficacia del trattamento con EGCG nelle infezioni virali, cercando di capire anche la possibile utilità nella ricerca contro SARS-CoV-2.

Sia i polifenoli del tè verde che quelli del tè nero mostrano attività antivirali contro vari virus, in particolare i virus a RNA a singolo filamento. È stato scoperto che l’EGCG inibisce l’infezione da virus della sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini (PRRSV), l’infezione da virus dell’epatite C sia per legame al bersaglio del virus che prevenendo la sua diffusione nell’organismo.

Anche contro gli arbovirus trasmessi dagli insetti, come Zika e Chikungunya, EGCG agisce come antivirale e, potendo attraversare la barriera emato-placentare, può essere un meccanismo di difesa anche contro l’infezione fetale che, riguardo Zika, è causa di gravissime malformazioni. EGCG mostra una sua efficacia anche nell’inibire la replicazione virale di HIV-1.

I meccanismi che sottendono questa attività antivirale sono vari e non ancora completamente compresi poiché la molecola può intervenire in diversi momenti dell’infezione e della replicazione virale, offrendo anche una potenziale attività profilattica.

Nel COVID-19 si è data molta importanza agli studi di docking molecolare, cioè andando a prevedere le possibili interazioni fra i residui della molecola e le proteine virali. Sebbene le ricerche sul campo necessitino di approfondimento, EGCG potrebbe riuscire a legare le proteine Spike del virus impedendo la sua penetrazione nelle cellule.

Tuttavia, l’associazione con altri farmaci potrebbe aumentare in modo sinergico l’efficacia della terapia.

Un meccanismo di questo tipo è stato riscontrato associando antibiotici e polifenoli per contrastare l’insorgenza della pericolosa resistenza batterica ai farmaci oggi in uso.

In particolare, uno studio dell’Università del Surrey pubblicato sul Journal of Medical Microbiology si è concentrato sulla resistenza da parte del batterio Pseudomonas aeruginosa, patogeno Gram-negativo responsabile di infezioni nocosomiali gravi e difficili da trattare che possono interessare ferite, tratto respiratorio e con potenziale diffusione ematica. L’insorgenza della resistenza agli antibiotici da parte di P. aeruginosa, le cui infezioni sono attualmente trattate con combinazioni di più antibiotici, è stata indicata dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Salute) come una minaccia che richiede lo sviluppo di nuove famiglie di farmaci o di ricerca di nuove associazioni per vincere la resistenza sopravvenuta.

Lo studio inglese si è concentrato su questo ultimo aspetto testando l’efficacia dell’associazione dell’antibiotico aztreonam con epigallocatechina gallato.

I ceppi batterici trattati con la combinazione di principi attivi ha mostrato maggiore suscettibilità all’antibiotico. L’EGCG ha così indicato un’azione sinergica il cui meccanismo non è ancora completamente compreso ma che potrebbe riguardare l’integrità della parete batterica ma anche lo stress ossidativo. Nei test in vivo su larve di Galleria mellonella, le concentrazioni di EGCG sono state aumentate di dieci volte dimostrandosi efficaci e sicure.

L’epigallocatechina gallato ha però scarsa biodisponibilità orale e tende a ossidarsi abbastanza facilmente prima di raggiungere il bersaglio; l’aggiunta di acido ascorbico ha dimostrato di aumentare la biodisponibilità di EGCG, prevenendo la sua ossidazione, mentre il saccarosio ne migliora l’assorbimento. Per migliorare ulteriormente la concentrazione ematica raggiungibile si stanno svolgendo ricerche sui suoi esteri, che hanno indicato una migliore attività antiossidante, nonché sulle formulazioni tecnologiche in nanoparticelle.

La possibilità di associare i farmaci a molecole naturali per effetti sinergici si rivela importante non solo per l’aumentata attività ma perché questa permette di ridurre il dosaggio farmacologico e di ridurre gli effetti collaterali di antibiotici e antivirali.

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