Gli interventi oncologici integrativi per superare l’affaticamento correlato al cancro

Il 90% dei pazienti che affronta il percorso contro il cancro soffre di una sindrome debilitante e poco riconosciuta e considerata: l’affaticamento correlato al cancro.

L’affaticamento correlato al cancro può avere una durata limitata e manifestarsi in concomitanza alle terapie più aggressive o perdurare fino ad un anno dal termine della terapia. In alcuni casi i sintomi sono persistenti e permangono per moliti anni dopo il trattamento. Questi variano a seconda del tipo di cancro affrontato, dello stato di salute iniziale e dall’età del paziente.

Ciò che lo caratterizza non è solo l’affaticamento fisico ma anche le difficoltà cognitive, la depressione, i disturbi del sonno, secchezza delle fauci, e, nelle donne nelle quali il trattamento induce la menopausa, le vampate di calore.

È evidente che la qualità di vita dei pazienti è così compromessa, interferendo con le attività quotidiane e con i rapporti interpersonali e portando addirittura il paziente a non aderire completamente al trattamento che gli è stato prescritto.

Le cause della sindrome non sono ben comprese, fattori importanti sono legati ai farmaci usati nella terapia anticancro e alle loro conseguenze a lungo termine, ma anche ai cambiamenti sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e dei livelli di serotonoina.

Importanza viene data allo stato infiammatorio e microinfiammatorio che si verifica nell’organismo in presenza di cancro. L’affaticamento può infatti essere legato alla produzione di citochine proinfiammatorie che sovraccaricano i sistemi di segnalazione del sistema nervoso centrale.

L’approccio medico tradizionale può intervenire solo su alcuni di questi sintomi mentre le terapie integrative si mostrano capaci di ridurre molti di questi disturbi.

L’approccio può prevedere cambiamenti del regime alimentare, integrazione con nutraceutici, attività fisica, e pratiche come l’agopuntura e la manipolazione fisica. Queste attività tendono a ristabilire un buon funzionamento del metabolismo e a ridurre lo stress.

Cambiamenti nell’alimentazione

Dei diversi regimi alimentari presi in considerazione (dieta chetogenica, paleo, macrobiotica) la dieta mediterranea e regimi basati su un apporto elevato di frutta e verdura sono risultati i più efficaci a sostenere il fisico debilitato dei pazienti e ridurre la sindrome d’affaticamento. Si tratta infatti di modi di alimentarsi bilanciati che non scarseggiano in nutrienti essenziali – la dieta macrobiotica può infatti essere troppo restrittiva e portare a carenze di vitamine e amminoacidi essenziali. Nella dieta mediterranea l’apporto di grassi insaturi e di carne rossa è estremamente ridotto. Questo aiuta a diminuire i fattori infiammatori poiché è nota l’induzione, da parte dei grassi insaturi e delle carni, alla formazione specie reattive dell’ossigeno (ROS). L’aumento del grasso nell’alimentazione è un fattore che promuove la crescita cellulare e la formazione di nuovi vasi da parte del tumore, attraverso la via di segnalazione che coinvolge i fattori di crescita insulino simili (IGF). È necessaria quindi la loro riduzione.

La dieta mediterranea, inoltre, prevede un alto consumo di fibre e un basso consumo di carboidrati raffinati, riducendo così gli zuccheri che sono proinfiammatori e obesogeni. Un aumento della fibra solubile e insolubile aiuta poi a regolare la flora intestinale e a far prevale le specie che non determinano fattori infiammatori.

Si tratta di regimi alimentari completi che possono soddisfare le richieste nutrizionali del corpo che, a causa della malattia e dei trattamenti, ha un catabolismo aumentato, con perdita più rapida della massa magra e aumento della massa grassa e delle adiposità localizzate – tipica conseguenza della terapia cortisonica e dell’obesità sarcopenica. Nel malato e nel paziente post oncologico aumenta il turnover proteico che porta a perdita del muscolo per disgregazione e ridotta sintesi. È importante quindi un buon apporto proteico per ridurre l’affaticamento.

Integrazione alimentare

È documentato nei pazienti oncologici un livello di melatonina serale inferiore che può causare difficoltà nell’addormentamento e frequenti risvegli notturni. La cattiva gestione del sonno si associa a disturbo dell’umore e alla fatica durante la giornata. L’integrazione con melatonina migliora quindi le condizioni del paziente.

Nel sostegno al paziente, per aiutarlo a superare gli effetti collaterali dei farmaci e per affrontare l’affaticamento da cancro, possono avere un ruolo anche i nutraceutici. In particolare, alcuni complessi fitoterapici si sono mostrati utili come gli estratti di astragalo e Reishi.

Il fungo Reishi (Ganoderma lucidum) è un fungo medicinale con azione immunomodulante e antinfiammatororia. I suoi polisaccaridi bioattivi riducono significativamente i livelli di IL-6 e TNF-α, marcatori infiammatori associati alla sindrome da affaticamento da cancro, senza causare tossicità.

Anche Astragalus membranaceus ha proprietà antinfiammatorie, immunomodulanti e antitumorali; regola le vie di segnalazione NF-κB e AP-1, nonché i meccanismi antiossidanti. I polisaccaridi dell’astragalo aiutano a ridurre lo stress ossidativo e la disfunzione mitocondriale correlata alla fatica grazie alla riduzione dei ROS, all’aumento dell’attività degli enzimi antiossidanti e al miglioramento del metabolismo energetico. La sua attività sembra essere utile anche nell’affaticamento cognitivo.

Attività fisica

L’aumento dell’attività fisica è consigliato per far fronte alla perdita di massa magra che è un fattore esacerbante dell’affaticamento correlato al cancro. Ogni attività deve essere condotta con controllo esperto ma alcune pratiche sono particolarmente indicate. Si tratta di discipline che associano il movimento muscolare alla meditazione e al rilassamento e aiutano così a ridurre lo stress. Yoga, Tai-chi e Qigong sono quindi adatte alla maggior parte dei pazienti e possono integrare il supporto psicologico. L’attività fisica migliora la forma cardiorespiratoria, riduce i processi infiammatori, migliora l’umore e riduce l’ansia e la paura. L’attività fisica svolta al mattino e all’aria aperta sembra poi avere un maggior effetto benefico, in particolare quando accompagnata da esposizione alla luce solare.

Associato all’attività fisica, un effetto antistress hanno le terapie tattili come massaggio e shiatsu. Alleviando la tensione muscolare e predisponendo al rilassamento aiutano a ridurre il dolore e il livello di cortisolo circolante.

Riferimenti:

David, A., Hausner, D. & Frenkel, M. Cancer-Related Fatigue—Is There a Role for Complementary and Integrative Medicine?. Curr Oncol Rep 23, 145

(2021)Inglis JE, Lin PJ, Kerns SL, et al. Nutritional Interventions for Treating Cancer-Related Fatigue: A Qualitative Review. Nutr Cancer. 2019;

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