Dal paradosso francese alle terapie antitumorali, Resveratrolo e Polidatina confermano il loro potenziale in difesa del cuore

Polidatina e Resveratrolo aiutano a proteggere il cuore

Quando Serge Renaud dell’Università di Bordeaux notò un’apparente incongruenza fra la dieta ricca di grassi saturi del popolo francese e una relativa bassa incidenza di patologie coronariche e cardiache, la chiamò “paradosso francese” e, negli anni, la ricerca di una spiegazione ha ipotizzato un ruolo da parte del Resveratrolo, contenuto in cibi e bevande consumate in quella nazione, nel favorire il mantenimento della salute del sistema cardiocircolatorio.

Oggi uno studio sulla Polidatina, precursore del Resveratrolo, si è soffermato a verificare la capacità della molecola di contrastare l’aterosclerosi cardiaca grazie alla sua attività antinfiammatoria e antiossidante.

Lo studio passa infatti in rassegna i risultati delle più recenti sperimentazioni sul potere cardioprotettivo della Polidatina, focalizzandosi anche sulla sua azione nel metabolismo lipidico.

Le teorie avanzate sul processo di aterosclerosi e il coinvolgimento di diversi sistemi e fattori cellulari dimostra che si tratta di una patologia multifattoriale e proprio le proprietà multi-target e multisistema della Polidatina possono aiutare ad affrontarne contemporaneamente più aspetti. Il meccanismo di formazione dell’ateroma è sostenuto da fattori di crescita stimolati dalle citochine pro-infiammatorie mentre la deposizione di colesterolo nella tonaca intima dei vasi e la formazione delle placche coinvolge i processi di formazione di specie reattive dell’ossigeno. Le lesioni interessano di solito l’aorta e l’arteria media fino a non permettere un’adeguata irrorazione dei tessuti che diventano così ischemici o addirittura necrotici, determinando il rischio di malattia coronarica, cerebrale e vascolare periferica.

Le proprietà antiinfiammatorie della Polidatina permettono di regolare l’espressione delle vie del recettore Toll-like (TLR), di NF-κB riducendo l’espressione di NO e di prostaglandine PGE2, e l’inibizione della degranulazione dei mastociti che diminuisce l’espressione delle citochine pro-infiammatorie.

La Polidatina ha dimostrato però anche di intervenire nei meccanismi ossidativi delle LDL-C (colesterolo lipoproteico a bassa densità), di migrazione delle cellule muscolari lisce e formazione dei nuclei necrotici. La capacità di inibire l’espressione delle molecole di adesione cellulare (ICAM1) interferisce con la formazione di cellule schiumose anche grazie alla regolazione negativa dei fattori che promuovono la differenziazione dei monociti in macrofagi, che accumulano al loro interno il colesterolo.

Il Resveratrolo ha mostrato poi importanza nel processo di trasporto inverso del colesterolo. Il colesterolo in eccesso può infatti uscire dai macrofagi attraverso dei sistemi di trasporto di membrana e, come HDL, è avviato al fegato per essere trasformato in acidi biliari ed eliminato con le feci. Anche in questo ultimo passaggio la Polidatina sembra in grado di promuovere la conversione del colesterolo in acidi biliari e la loro eliminazione.

Attraverso l’azione sul metabolismo del glucosio, Polidatina contribuisce poi all’espressione di proteine coinvolte nella regolazione ematica dei lipidi.

La stretta correlazione tra stress ossidativo e attività mitocondriale, e la capacità di Polidatina di intervenire riducendo la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) concorre all’attività anti-aterosclerosi.

Questa funzione di preservazione della funzionalità mitocondriale sembra essere legata anche alla protezione che la Polidatina fornisce contro alcuni medicinali cardiotossici. In un recentissimo studio in vitro sostenuto dal Ministero della Salute nell’ambito del progetto “Ricerca Corrente”, è stata verificata la capacità della molecola naturale di diminuire gli effetti dell’antitumorale Sunitinib.

Sunitinib fa parte di una famiglia di farmaci che agiscono efficacemente sui tumori interferendo con la tirosina chinasi (TKi). Attraverso il loro meccanismo di azione, questi farmaci, da soli o in associazione con altri antitumorali, hanno migliorato la terapia, tuttavia si sono resi responsabili di effetti avversi a livello cardiaco. Il meccanismo non è ancora chiaro perfettamente ma è strettamente legato all’impossibilità dei farmaci di essere selettivi nell’inibire TK1 delle cellule tumorali. L’azione negativa sul cuore è dovuta alle necessità energetiche del muscolo cardiaco, alla funzionalità dei suoi mitocondri e alla produzione di ROS.

Cardiomiociti e di cellule di adenocarcinoma renale umano sono state incubate quindi con Sunitinib e con Sunitinib e Polidatina. Dal confronto fra le colture cellulare, l’espressione di citochine pro-infiammatorie e di ROS ha evidenziato come la Polidatina migliori l’omeostasi mitocondriale, abbia effetti anti-apoptotici, riducendo la morte dei miociti.

La Polidatina ha poi mostrato la sua attività nel regolare l’espressione dell’inflammasoma NLRP3 (recettori NOD-like contenenti il dominio pirina 3), di IL-1β, IL-6, IL-8 e IL-18 e di MyD88, coinvolti nella tempesta citochinica.

Poiché Myd88 (Myeloid differentiation primary response gene 88) è un complesso molecolare interessato nella sopravvivenza delle cellule tumorali e nella chemioresistenza, la Polidatina, riducendone l’espressione in modo dose dipendente, si configura come un nutraceutico che può favorire l’attività terapeutica degli antitumorali co-somministrati.

I ROS sono infatti coinvolti nella chemioresitenza e nella cardio tossicità di diversi farmaci antitumorali come daunorubicina, cisplatino, doxorubicina, 5-fluorouracile e agenti alchilanti e la Polidatina potrebbe quindi essere usata come agente cardioprotettivo nei pazienti oncologici, ed essere integrata nelle terapie.

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