Cavoli, cavolfiori, broccoli dalle virtù comprovate. Proprio dallo studio di una molecola vegetale contenuta in questi alimenti è partita la ricerca per capire quanto sia possibile intervenire sui sintomi dell’autismo.
I disturbi dello spettro autistico (ASD) comprendono una serie di manifestazioni, da lievi a gravi e disabilitanti, la cui origine è ancora incerta. Per la varietà dei disturbi e per la mancanza di conoscenze approfondite sulle cause, non esistono farmaci capaci di trattare l’autismo, una condizione gravosa non solo per l’individuo che ne soffre, ma per le famiglie che devono affrontarlo. Nella ricerca di trattamenti efficaci ma ben tollerati, non è raro che i familiari si rivolgano all’integrazione alimentare.
Una recente review ha esaminato gli studi condotti sul sulforafano, molecola contenuta negli ortaggi della famiglia delle Brassicaceae, che comprende proprio cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, evidenziando la possibilità di trattare alcuni sintomi e di aprire nuove strade per comprendere meglio l’autismo.
Il sulforafano è una molecola che in cavoli o broccoli si trova in forma di precursore, chiamato glucorafanina, e che viene rilasciata, quando si masticano queste verdure, da un enzima, mirosinasi, che si trova anche esso nei vegetali.
Il sulforafano ha mostrato sperimentalmente di essere attivo come antiossidante indiretto, stimola infatti la produzione di molecole antiossidanti, e di modulare i processi antinfiammatori. In molti soggetti con autismo sono state proprio evidenziate anomalie e carenze nella capacità di rispondere adeguatamente all’ossidazione cellulare o l’espressione delle molecole caratteristiche dello stato infiammatorio. Queste anomalie potrebbero essere strettamente legate ai sintomi e il sulforafano potrebbe permetterne un miglioramento.
Da prove cliniche preliminari condotte dal Lurie Center for Autism del Massachusetts General Hospital (MGH) for Children, sembra infatti che questa azione sia possibile: a bambini e adulti con disturbi dello spettro autistico da moderati a gravi è stato somministrato un integratore alimentare a base di una fonte di sulforafano, per verificare se la molecola sia capace di influire sul comportamento dei pazienti trattati. Già dalla quarta settimana di somministrazione, i familiari e il personale medico hanno potuto notare un miglioramento nella gestione della frustrazione, nella capacità di socializzazione e verbale, nell’iperattività. I miglioramenti sono continuati durante tutte le settimane di osservazione, portando molti dei familiari a continuare il trattamento con integratore di sulforafano anche alla fine della sperimentazione. Le prove cliniche sono state riproposte anche in una ricerca condotta in doppio cieco, in collaborazione con la Johns Hopkins University, su cinquanta pazienti, mostrando una concordanza di risultati e permettendo anche di individuare dei marcatori biologici ricorrenti che potrebbero essere legati all’efficacia d’azione del sulforafano.
Tuttavia, per poter garantire una fonte di sulforafano adeguata non basta mangiare broccoli, è necessario infatti fornire degli integratori in cui il contenuto di precursore, glucorafanina, sia costante e sufficiente a rilasciare abbastanza sulforafano per essere assorbito in quantità adatte a svolgere la sua azione a livello dei tessuti. Inoltre, è utile che l’integratore contenga l’enzima stabilizzato mirosinasi per rilasciare la molecola di sulforafano. La mirosinasi dei vegetali è infatti inattivata dalle alte temperature di cottura degli ortaggi. Nell’intestino umano la mirosinasi è prodotta dai batteri intestinali, ma la sua produzione può variare sensibilmente soprattutto in soggetti che hanno dimostrato di avere una flora batterica alterata (disbiosi intestinale), come si è ritrovato in molte persone con autismo.
Actisulf, integratore di sulforafano attivo prodotto da Sherman Tree Nutraceuticals , è ottenuto a partire da piante di broccolo, una fonte vegetale ricca di glucorafanina, attraverso un processo di estrazione brevettato che permette di ottenere un’alta concentrazione di glucorafanina e mirosinasi stabilizzata. Poiché le compresse di Actisulf sono masticabili, il rilascio di sulforafano e il suo assorbimento avvengono già nel cavo orale, portando quindi ad un maggiore assorbimento della molecola ed evitando la possibile distruzione da parte degli enzimi digestivi. Queste sue caratteristiche lo rendono il candidato ideale per una sperimentazione clinica che possa verificare non solo l’attività di miglioramento dei sintomi svolta dal sulforafano, ma permettere di comprendere quali meccanismi potrebbero essere alla base dell’autismo, aiutando quindi alla diagnosi e al trattamento.
Actisulf, già in uso come supplemento antiossidante e depurativo, è da diversi anni nei protocolli clinici dell’A.R.T.O.I (Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate) e non ha causato effetti collaterali rilevanti, dimostrandosi sicuro e ben tollerato da parte dei pazienti. Grazie alla sua azione regolatrice e alle sue caratteristiche di facilità di somministrazione e sicurezza, il sulforafano rilasciato da Actisulf potrebbe quindi essere un valido aiuto anche nel trattamento dell’autismo.