Curcumina e resveratrolo per la terapia antitumorale

Le terapie tumorali hanno trovato nella chirurgia, radioterapia, immunoterapia e chemioterapia metodi efficaci di intervento sulle diverse forme di cancro consentendo di aumentare l’aspettativa di vita dei pazienti.

Sebbene questi interventi consentano di salvare loro la vita, non sono scevri da pesanti effetti collaterali che comprendono la tossicità di organo, in particolare nei confronti di fegato e reni e, per alcuni chemioterapici, il cuore.

La sperimentazione quindi di molecole dalla bassa tossicità che abbiano un’azione sinergica con i farmaci e le terapie in uso è un campo di ricerca molto attivo che guarda alle molecole di origine vegetale con interesse e speranza.

Fra i fitochimici che si mostrano maggiormente utili i polifenoli, e in particolare curcumina e resveratrolo, sono in prima fila per poter entrare nella pratica terapeutica come chemioprotettivi e chemiopreventivi e utili nel vincere la resistenza ai chemioterapici, e diminuire il dosaggio dei chemioterapici ai quali ricorrere, limitandone gli effetti tossici.

L’utilizzo poi di curcumina e resveratrolo, ma anche del suo precursore maggiormente biodisponibile resveratrolo glucoside (polidatina), rappresenta un’opportunità in caso di tumori particolarmente aggressivi come il glioblastoma. Per questo motivo, e grazie anche alla loro bassa tossicità, organismi internazionali ne promuovono attivamente lo studio.

Come mostrato in una recente review, curcumina e resveratrolo stanno già evidenziato la loro efficacia negli studi preclinici e in quelli clinici, inoltre si sta cercando di migliorarne la farmacocinetica attraverso la progettazione di sistemi di rilascio liposomiali, micellari e nanocarrier.

I meccanismi comuni alle due molecole sono legati all’elevato potere antiossidante e alle vie di detossificazione che stimolano. I chemioterapici, infatti, causano forte stress ossidativo cellulare che non è solo diretto verso le cellule malate. La curcumina e il resveratrolo hanno anche dei meccanismi propri di promozione dell’apoptosi, stimolo del sistema immunitario e sinergia con i farmaci che li rendono adattabili ai diversi regimi terapeutici.

I polifenoli vegetali modulano i segnali apopototici e di autofogia delle cellule tumorali, inibendoli invece nei tessuti sani che circondano il tumore.

Come chemiopreventivi, curcumina e resveratrolo interferiscono nella progressione della tumorogenesi, limitano la crescita tumorali e le metastasi ma è il loro potenziale in associazione con altri farmaci che li rende particolarmente importanti.

Ad esempio, la doxurubicina è un chemioterapico il cui uso è associato a cardiotossicità. Poter disporre di sinergie che ne diminuiscano il dosaggio, non influendo sulla sua efficacia contro il tumore, apre la possibilità di una terapia con minori conseguenze per il paziente.

Le sperimentazioni condotte con curcumina e resveratrolo hanno portato a risultati promettenti: in combinazione con la doxorubicina le due molecole hanno dimostrato una chemiosensibilizzazione attraverso l’arresto del ciclo cellulare e l’induzione della morte cellulare per apoptosi. Inoltre, la curcumina ha promosso l’accumulo intracellulare di doxorubicina attraverso la sottoregolazione dei sistemi cellulari di resistenza ai farmaci, quali la glicoproteina P. 

La maggiore capacità antitumorale è stata dimostrata anche con cisplatino, paclitaxel e melfalan usati nel trattamento di tumori colon-rettali, del cancro al seno e del temozolomide usato per il glioma. Il potenziamento dell’attività antitumorale non è stato accompagnato da aumento degli effetti collaterali.

È però importante rilevare anche la possibilità di queste molecole nel ridurre la tossicità da chemioterapia. La curcumina in associazione al 5- fluorouracile e al metotrexato ha diminuito la tossicità gastrointestinale e diminuito il danno alla mucosa.

In associazione con doxorubicina ha ridotto i danni cardiaci sovraregolando i sistemi endogeni contro il danno ossidativo superossido dismutasi (SOD) e catalasi (CAT). I sistemi SOD e CAT sono alla base anche della diminuita epatotossicità da cisplatino, con diminuzione della perossidazione lipidica e aumento dell’espressione di enzimi a difesa del fegato. Ridotta anche la nefrotossicità. Per confermare le evidenze fino ad ora acquisite sono in corso studi di Fase II e III con curcumina associata ai chemioterapici.

Anche il resveratrolo ha ridotto la tossicità cardiaca da doxorubicina, riducendo la miocardite, la cardiomiopatia dilatativa e l’insufficienza cardiaca congestizia, eliminando le specie reattive dell’ossigeno (ROS) e proteggendo i tessuti.

Il resveratrolo ha potenziato l’efficacia antitumorale e ridotto l’effetto cardiotossico e nefrotossico del triossido di arsenico nelle neoplasie ematologiche, attivando i meccanismi di difesa antiossidanti.

La sfida adesso è di rendere queste molecole sempre più disponibili, anche sfruttando gli analoghi come la polidatina, per vincere i problemi di assorbimento per somministrazione orale.

Una possibilità è quella di sfruttare i nuovi sistemi di veicolazione ma anche di facilitare l’assorbimento a livello delle mucose buccale e sublinguale, particolarmente irrorate, per evitare il metabolismo di primo passaggio delle molecole.

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