
Obesità, diabete, ipertensione e problemi vascolari sono solo alcune delle malattie legate all’infiammazione di basso grado.
L’infiammazione di basso grado è una risposta cronica da parte del sistema immunitario a situazioni che ne provocano l’attivazione. Il sistema immunitario è infatti fondamentale per la difesa dell’organismo ma una sua attivazione continua può invece portare a danni e malattia.
Il problema dei cibi ultraprocessati
Sappiamo che l’infiammazione di basso grado è strettamente connessa con la modernità: aumento del consumo di cibi industriali (cibi processati e ultraprocessati), la sedentarietà, il fumo e il consumo di alcool sono tutti fattori che fanno scattare la risposta dell’organismo. Continuare con abitudini sbagliate rende la risposta cronica e rende lo stato infiammatorio non acuto continuo. Poiché l’infiammazione cronica è diffusa in tutto l’organismo e causa stress ossidativo, influisce su molte condizioni causando anche problemi cutanei, asma, degenerazione del fegato e invecchiamento precoce, anche dei neuroni.
Il tessuto adiposo è uno dei maggiori responsabili di questa condizione cronica, infatti, è capace di dare origine a fattori infiammatori e proteine che regolano la risposta al cibo, anche a livello del cervello, e influenzano i livelli di grassi e zuccheri nel sangue. È per questo che nelle persone in sovrappeso e obese aumenta il rischio di sindrome dismetabolica che è essa stessa strettamente legata all’infiammazione di basso grado.
L’importanza di una dieta sana
La dieta è poi cruciale nello sviluppo dell’infiammazione. Le ricerche dimostrano che i fattori dell’infiammazione aumentano con l’assunzione dei grassi saturi, i quali poi influiscono anche sulla quantità di tessuto adiposo corporeo sostenendo l’infiammazione. Anche un eccessivo apporto di zuccheri il consumo di cibi che causano picchi glicemici influisco. È ormai evidente, infatti, che anche se non si soffre di diabete, i picchi di zuccheri nel sangue causano danni ai piccoli e grandi vasi. L’infiammazione cronica sostiene poi la resistenza all’insulina e quindi porta a sviluppare diabete di tipo 2.
Al contrario, una dieta ricca di fibre, vegetali è frutta riduce l’infiammazione e agisce anche sul microbioma intestinale che è alterato dall’infiammazione cronica di basso grado. Poiché un microbiota sano e ricco di specie batteriche è strettamente legato al benessere dell’organismo, alla risposta immunitaria bilanciata, alla produzione di acidi grassi a catena corta che influiscono positivamente sul sistema nervoso è evidente la sua importanza.
Le diete a basso carico glicemico e ad alto contenuto di cereali integrali possono avere un effetto protettivo contro l’infiammazione cronica. Assumere 30 grammi al giorno di fibre riduce significativamente i fattori dell’infiammazione.
Aggiungi i polifenoli alla tua dieta
Un ruolo importante è poi svolto dai cibi ricchi di polifenoli come i frutti, ma anche dall’integrazione con nutraceutici che li contengono. Perciò, alimenti funzionali e nutraceutici possono essere usati per prevenire o attenuare le risposte antinfiammatorie.
Sin dalla scoperta del “paradosso francese” – l’inaspettata bassa incidenza di obesità e malattie cardiache in una popolazione la cui dieta era ricca di grassi animali derivati da latte e formaggi – è stata posta attenzione ai polifenoli. Nel caso infatti del paradosso francese, il resveratrolo e la polidatina contenuti nel vino rosso consumato abitualmente in Francia sono stati indicati come i polifenoli protettivi. Oggi sappiamo che i polifenoli agiscono attraverso diverse vie: influenzano la composizione del microbioma intestinale, stimolano la produzione di molecole antinfiammatorie, agiscono contro i radicali liberi, aiutano la perdita di peso.
Poiché possono raggiungere il cervello, agiscono sia contro la neuroinfiammazione – che è causa delle malattie neurodegenerative legate all’invecchiamento – sia sul rilascio di insulina e di risposta allo stimolo della fame.
Una fonte del polifenolo polidatina, detto anche resveratrolo glucoside, è Polidase che può essere integrato in una dieta ricca di cereali integrali e con basso apporto di grassi e zuccheri. Polidase contiene infatti polidatina al 98% e si avvale di due brevetti internazionali che riconosco la sua attività antiossidante dei lipidi cellulari e di protezione delle membrane e dei tessuti dai radicali liberi.
